Tour semiserio in ciclomotore sui sentieri del Monferrato: vale tutto... TRANNE LE MARCE!

Cos'è Monferraglia

"Se togli il tappo, lo scuoti un po' e ci guardi dentro,
nel serbatoio delle tue emozioni ci trovi un po' di Monferraglia."
vedi cosa dicono di noi

Cos'è Monferraglia

Baffi e cilindri in monomarcia

Monferraglia più che una manifestazione è una filosofia di vita e si propone di organizzare piccoli “viaggi” a contatto con la natura, nel pieno rispetto della flora e della fauna delle zone visitate. Il mezzo scelto per questi tour ecologici è il “motorino monomarcia”. Si, proprio quello che, negli anni 70/80 a quattordici anni, non vedevamo l’ora di farci regalare. Che ci faceva impegnare a scuola pur di poterlo cavalcare.

Da qui l’idea di tornare ragazzi per un giorno, inforcando lo stesso mezzo e percorrendo le stesse strade che all’epoca ci facevano sentire degli spavaldi avventurieri.

L’organizzatore Monfalive ssd è una Associazione sportiva turistica dilettantistica senza fini lucro e l’incasso (detratte le spese) viene devoluto ad Associazioni locali, impegnante nell’ambito del sociale, della ricerca medica e della protezione dell’ambiente.

Monferraglia è un raduno di appassionati goliardico e rigorosamente non competitivo aperto ai soli possessori di ciclomotori rigorosamente monomarcia ed in regola con Il Codice della Strada. Inoltre i partecipanti devono essere forniti di un bel paio di baffi (veri o finti e ovviamente questo vale anche per le molte ragazze presenti). L’abbigliamento è sempre a tema goliardico (pirati, cartoni animati, contadini, sono solo alcune delle “divise” proposte in questi anni) ed è meraviglioso vedere come i partecipanti interpretino i vari soggetti proposti, trovando soluzioni sempre più strampalate e folkloristiche.

A seconda della zona e del periodo dove viene organizzata il percorso può essere più o meno scosceso o accidentato e quindi non sempre è semplicissimo portarla a termine senza fatica.

Fantastica è comunque l’atmosfera che si respira. Tutti sono sempre pronti ad aiutare i compagni in difficoltà e lo spirito di gruppo la fa da padrone anche sulle salite più impervie, dove spesso i pedali vengono in aiuto. Si parte tutti in gruppo verso le ore 10.00 ed è previsto sia un ristoro intermedio che il pranzo (a metà o alla fine del giro a seconda della stagione).
Il Paddock della sera precedente la partenza è un momento unico, con i vari Gruppi che si incontrano per stare in compagnia a suon di cibo e buon vino, e dando vita ad un interscambio di specialità della propria zona di provenienza. Ovviamente non mancano le passerelle, dove ognuno mostra orgoglioso il proprio Ferro, come viene ormai chiamato dal popolo Monferraglio, creando una kermesse unica nel suo genere.
Monferraglia non è una gara ma ha comunque un vincitore che viene decretato in base a risposte su quesiti che contemplano il territorio attraversato dal percorso o da un concorso fotografico tramite Instagram (# Monferraglia). Il vincitore porta a casa il Trofeo, sul quale inciderà il proprio nome, e lo modificherà a piacere. Il Trofeo viene rimesso in palio dal detentore alla seguente manifestazione, alla quale parteciperà come ospite. Talvolta Monferraglia si sposta anche al di fuori dei confini monferrini mantenendo comunque inalterata la formula. Durante l’arco dell’anno si svolgono diverse manifestazioni, molto diverse tra di loro. A maggio si apre con la SPRING EDISCION, a settembre la UAIN EDISCION e a novembre si chiude con la UINTER EDISCION.
A luglio si gira in notturna con la NAIT EDISCION. Stessa formula della altre ma con orario dalle 21.00 alle 24.00.

Per quanto riguarda le Manifestazioni Agonistiche vedere la sezione Regolamenti.

Dicono di noi

Alcune testimonianze significative

Cosa c'è

C’è chi va alla Monfa, c’è chi si iscrive alla Monfa, c’è chi vede la Monfa e c’è chi segue da lontano la Monfa, perché si sa, la Monfa è la Monfa.
C’è quello che arriva al giovedì e quello che arriva alle 9.58 della domenica con il carburatore ancora in mano in cerca di un galleggiante.
C’è chi si traveste, c’è il travestito e c’è la gnocca.
C’è chi crede di partecipare al mondiale di cross tramutandosi in un gladiatore plastico e chi viene in pantaloncini corti e infradito.
C’è chi ha spirito e chi no, c’è quello che crede che la candela sia di cera e c’è quello che smadonna tutto il sabato alla ricerca della carburazione perfetta.
C’è chi mangia le lumache e chi le costine.
C’è quello che ha la griglia dello chef Tony e tutta la serie dei suoi coltelli e chi usa un cerchione di un’ auto per cucinare le sue salamelle.
C’è chi il venerdì sera, il sabato tutto il giorno e la domenica ascolta (e fa ascoltare a tutti) hardcore a manetta e chi canta Jovanotti dopo aver fumato un toscano pieno di maria.
C’è chi viene dalla Sardegna, chi dalla Sicilia, chi come sempre dal Portogallo, questi non mancano mai.
C’è chi nel serbatoio mette strani incensi per mostrare che anche lui, se vuole, sa fare la fumata per la proclamazione del nuovo papa.
C’è chi si è dimenticato di mettere l’ olio e ha grippato e chi pensava che l’ olio per le forcelle andasse bene ugualmente.
C’è chi issa la bandiera del proprio team, chi ha la maglietta e chi ha il tatuaggio della 2%.
C’è chi vende, chi ruba, chi regala e chi ti manda a fare in culo.
C’è chi sale le scale della chiesa col ferro e chi quelle dei box con il cross.
C’è chi fa la coda per mangiare e chi va al ristorante.
C’è chi porta il figlio, chi porta la morosa, chi porta la moglie e, credetemi, chi porta il nonno.
C’è chi ha la tradizione del risotto, chi del lumino da morto e chi di tradizioni non ne ha.
C’è chi ti chiede perché vendi curve Valsir in una manifestazione del genere e non a una fiera per idraulici.
C’è chi ti da una mano, chi ti snobba e chi ti viene addosso senza nemmeno chiedere scusa.
C’è chi si innamora di una ragazza sul ferro solo perché ha la tuta da cross e un piede infangato e chi si innamora di albero di ciliegie.
C’è chi ostruisce il passaggio del percorso piazzando la macchina in mezzo, c’è chi ci passa a fianco, chi torna indietro, chi discute, chi aspetta che si faccia un gruppo di 40 ferri incazzati e infine c’è chi sposta la macchina dalla strada, pena una brutta fine.
C’è chi piastrella, chi passa sopra le piastrelle e chi buca con una piastrella.
C’è Batman, Obelix, Spongebob e qualche omosessuale in mutande e reggiseno leopardato.
C’è l’ astemio, c’è il vinofilo, il birrofilo e il grappofilo.
C’è chi vorrebbe dormire e chi se non fa casino tutta notte non è Monfa.
C’è chi salta il fango con un percorso alternativo e chi butta il ferro in un mezzo dirupo per non far coda ma comunque riesce a saltare il fango.
C’è chi spende una cifra e chi guadagna un cifrone.
C’è il 130 Kg e c’è la splendida regina.
C’è chi beve rhum e c’è chi fa qualcos’ altro, non ricordo la canzone.
C’è il maleducato e incivile e c’è chi raccoglie lo sporco di quest’ ultimi.
C’è il novellino e il veterano e c’è chi ci mette 1 ora e chi 6.
C’è che siamo in 2.000 e non più in 500.
C’è il sindaco che non è il sindaco e il vigile che non il vigile, poi però ci sono i carabinieri che sono davvero carabinieri.
C’è chi conosce nuove persone, chi fa amicizie vere e sincere e chi si manda a fare in culo per un bicchiere di vino di troppo.
C’è il nostalgico delle vecchie Monfe e chi invece è esaltato da queste.
C’è chi si innamora di un ferro, chi di una gnocca e chi di Pecetto.
C’è chi guarda gli splendi panorami e chi guarda il cronometro.
C’è quello che va via in camper, quello che va via in auto e anche quello che va via in ambulanza, già dal sabato.
C’è chi salta sulla pedana di legno e chi ci lascia la mascella sopra.
C’è chi si incazza se uno tiene il posto al proprio amico e c’è chi ci va due giorni prima proprio per quello.
C’è chi voleva un percorso più incazzato e chi ha finito il percorso incazzato perché era troppo duro.
C’è chi parcheggia l’ auto nel parcheggio e chi in mezzo a un bosco.
C’è chi mangia il biscotto al ristoro e chi tira fuori salame e prosecco.
C’è il baffo, sempre e comunque.
C’è chi parla di che getto monta il carburatore e chi getta già dal sabato pomeriggio.
C’è chi ha le gomme di un carroarmato mimetiche e chi ha le slick di Valentino Rossi.
C’è chi suona la trombetta sul suo ferro e chi la trombetta se la fa in tenda con una figona bionda dai jeans short cortissimi.
C’è chi gode, chi se la gode e chi rosica.
C’è chi organizza tutto al minimo dettaglio e chi si dimentica il ferro a casa.
C’è chi canta durante il percorso, chi bestemmia e chi parla al suo ferro pregandolo di arrivare alla fine.
C’è chi durante il viaggio verso casa ti racconta la propria vita, le proprie vicende e chi sta muto o ascolta la radio.
C’è chi ti abbraccia come fossi amico da una vita, chi ti ospita come fossi suo fratello e chi ti regala la sua candela di scorta anche se non ti conosce...
C’è che questa Monferraglia ci ha conquistato e ogni anno fa innamorare sempre più persone...

Fonte: Francesco Albertini dal gruppo FB "Quelli della Monferraglia"

Nuoce gravemente alla normalità

"Siete delle brutte persone.
Mi sono avvicinato alla Monferraglia tanto per fare, tanto per dire, tanto per.
Mi regalano un Garelli, inizio a modificarlo tanto per.
Qualche amico raccatta qualche motorino, tanto per.
Andiamo a saltare in un pistino in amicizia, per provare come stiamo sui mezzi, per capire se reggono, o piuttosto se reggiamo noi... tanto per. E lì sale la scimmia, la carogna, il casco che non sta più in testa perchè non hanno inventato le imbottiture interne che si deformano per ospitare un sorriso straripante.
Non fa niente se andiamo piano, se i motorini cedono, se noi cadiamo a pezzi... è accaduto qualcosa che forse i medici definiscono "overdose", quello stato di grazia che ne voglio ancora e ancora.
E adesso sto in box a saldare il telaio, a modificare qua e là, a respirare vapori e limatura... dopo il lavoro finchè ce n'è. Perchè non l'avete detto prima?
Perchè non lo scrivete da nessuna parte?
Mettetelo 'sto cartello: "Nuoce gravemente alla normalità", che uno ci pensa prima.
Adesso è tardi.
Sono fatto e sono diventato anche io una brutta persona.
E appena il Garelli tuona, vengo a sbranarvi tutti!!!
Ciao tutti, belli e brutti!"

Fonte: Paolo Riganti

La Monferraglia che c'è in noi

"Se togli il tappo, lo scuoti un po' e ci guardi dentro, nel serbatoio delle tue emozioni ci trovi un po' di Monferraglia. Il cinquantino monomarcia di una volta è piccolo, lento, sorpassato ma è fulmineo nel metterti in contatto con quella parte di te che ha voglia di giocare, di andare più lentamente, di goderti il panorama e di tornare indietro nel tempo. Già, è proprio lì il bello: lui va avanti, scoppietta, stenta in salita, fuma come un turco e tu vai indietro, torni ragazzino ripensi alla lacrimuccia che ti bagnava la faccia quando sfrecciavi col Ciao e fuori faceva freddo, o al caldo insopportabile d'estate quando il motore lo facevi tu con i pedali, senza benzina e magari in salita. La Monferraglia è anche questa: miscela al 2% di emozioni, semplicità, voglia di stare in compagnia e godersi la vita."

Fonte: Riders Blog

Dalla piazza al campo da cross

Avete presente quando sentite l'odore degli gnocchi al sugo e vi viene in mente la nonna? Al via della Monferraglia il profumo del 2T ti porta così indietro nel tempo che ti sembra di non avere ancora la patente! E come un neonato che riconosce la sua mamma dall'odore abbracci il tuo manubrio e... "fumi via". L'asfalto appena fuori Casale è buono come il pane, il tragitto verso il campo da cross è onesto, non ti prende in giro ti dice solo che come nella vita anche qui dovrai probabilmente... pedalare."

Fonte: Riders Blog

Un piccolo viaggio che libera l'anima

Quando, e se mai deciderai di partecipare alla tua prima Monferraglia, devi innanzi tutto mettere in conto che potrebbe non essere facile portarla a termine, visto che:
1) potresti pedalare o addirittura spingere per chilometri in salita.
2) potresti avere mille tipi diversi di avarie e perdere ore in riparazioni a bordo strada.
3) distrutto dagli eventi vorrai farla finita molto prima e tornartene a casa.
4) potrebbero passarti sulle orecchie con monomarcia da cento cavalli mentre tu arranchi.
5) avrai fame e sete ma non saprai neanche dove sei.

Mentre subirai tutto questo però pian piano il tuo corpo e la tua mente si armonizzeranno con ciò che stai facendo e ti accorgerai che:

1) anche la salita più impervia se presa con calma e in compagnia alla fine si può fare senza fatica e divertendosi.
2) se avrai problemi di qualunque tipo si fermeranno in mille per darti una mano a ripartire.
3) se tornassi a casa prima non te lo perdoneresti mai.
4) chi ha i mezzi più performanti alla fine invidia chi ha i mezzi più sfigati.
5) per ogni esigenza basta fermarsi in qualunque posto ed essere accolti come eroi.

Alla sera, mentre te ne ritorni a casa stanco morto, con tutta probabilità il sorriso sarà ancora stampato sul tuo viso, e ci rimarrà per parecchi giorni. Ancora oggi nessuno sa spiegarsi il perché di questo fenomeno. E' il mistero della Monferraglia."

Fonte: Hans

Una decisione importante

"Domenica sera. Come in un sogno, udiva il televisore echeggiare in lontananza laconiche notizie dall'interno. Le palpebre erano maledettamente pesanti. Se con continui impeti d'orgoglio non si fosse sforzato di tenerle aperte , il sonno si sarebbe già impadronito di lui da ore.
Le gambe gli dolevano atrocemente. Tenerle rialzate sul poggiapiedi del salotto non giovava più di tanto a quelle povere fibre martoriate. Le vene nei polpacci erano gonfie e pulsavano, come se all'interno vi scorresse trielina pura. Anche il fondo schiena gridava vendetta e la crema emolliente che vi avevaabbondantemente cosparso, non stava regalando i risultati sperati. Tutto il sistema scheletrico/muscolare sembrava improvvisamente invecchiato di trent'anni. Incapace di raggiungere il telecomando, posto sul cuscino a meno di sessanta centimetri dalla sua mano, cercava di capire come, alla sua ancora giovane età, il corpo potesse ribellarsi così caparbiamente agli impulsi inviatigli dalle sinapsi. Doveva fare qualcosa, e in fretta. Mai più si sarebbe trovato in quella situazione imbarazzante. Mai più la moglie lo avrebbe deriso per la sua obsoleta forma fisica. Adesso basta. Era deciso. Avrebbe montato un gruppo Malossi settantacinque!"

Fonte: Hans

Il mondo al contrario

"Devi viverla di persona un po' di volte per capire lo spirito che si vive in questo evento così unico e strano. Qui il mondo si ribalta, personaggi che sicuramente per tutto il mese, contrariamente alla normalità sono nervosi in attesa gli arrivi "il ciclo", quel fine settimana fatale, il ciclo se lo ritrovano "saldato" al deretano e cosa ancora più strana loro il "ferro" non lo perdono...mai.
Tutto il giorno è un carosello continuo di oggetti bellissimi e misteriosi su due ruote, creati da artisti dalla mente perversa, messi insieme con pezzi vari ed avariati a volte credo ricavati dal pieno, un blocco di ghisa 190 o da marmo di Carrara a cui viene data vita in laboratori occulti.
Ma poi arriva la notte, i caroselli continuano, escono ora allo scoperto truppe d'assalto alle griglie, i lagunari dell'asado ed allora l'ambiente si "intossica" di fumo da carbonari.
Ho visto personalmente uno di questi Masterchef della cotoletta, cucinare su legna di betulla, perché dice lui, "da sapore alla carne"... ora, capisco sia notte, ma cazzo almeno accendilo il fuoco.
In genere sono talmente distratti e abbirrazzati che della cottura non si preoccupano, nell'accampamento puoi vedere polli tornare in vita e scappare per il freddo preso su griglie spente.
Chi invece riesce per lo meno a fare un po' di fuoco, abbina il molto fumo di legna con il fumo di miscela delle varie sgasate permanenti che depositandosi sulle carni, danno quel retrogusto di ricino e olii da miscela che non guasta...
Ma non importa, "esserci prima di tutto" è il verbo che rieccheggia tra i rombi delle marmitte, gli abbracci e i liquidi alcolici ingurgitati.
Al mattino se ti svegli molto presto puoi sentire questi artisti del ciclo ferroso, segare abeti larici e querce come motoseghe umane, vari suoni di cui non voglio parlare, provengono dal sottobosco fino a quando si destano ed emergono dai giacigli come zombi, instabili sulle gambe, persi negli sguardi, quasi afoni.
Lentamente umanamente si ricompongono, prendono forma, un po' di colore quello della divisa buona della domenica, mettono gli stivali e tornano a sgasare in breve tempo pronti per la caccia alla volpe che si scatenerà alle 10 quando la volpe "Hans" verrà braccata da questa meravigliosa orda di barbari che è il popolo della Monferraglia".

Fonte: Nuvolin D.

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